Confraternita Santa Caterina V.M., Mendatica – La preghiera (parte quinta)

Le tappe della preghiera. Dal corso di formazione per i Confratelli, svolto al Pastoral Consueling

Abbiamo visto come la preghiera costituisca un linguaggio particolare. Sulle prime potrebbe sembrare un nostro monologo durante il quale chiediamo a Dio ciò che ci serve, attendendoci il più presto possibile di essere esauditi.

Quasi sempre recitiamo formule precostituite, ed è comunque un bene. Ma le “preghierine” che recitavamo da bambini hanno solo il compito di introdurci in un dialogo d’amore col Padre, nel quale accade di ascoltarlo.

Ecco dunque quali sono le fasi per giungere a pregare in modo corretto e completo.

Parole Vuote

Le parole recitate come parte di una routine che si esegue anche solo per tacitare la coscienza, non costituiscono una preghiera completa e compita, ma sono solo una base di partenza.

Monologo

Le formule vengono recitate con attenzione: le parole si assaporano maggiormente. Non c’è però ancora una vera comunicazione: si parla senza ascoltare.

Dialogo

Qui si inizia veramente ad entrare nella preghiera. Il dialogo è prima di tutto con sé stessi. Le parole divengono pesanti e provocano un’attenzione al perdono di noi stessi e degli altri. Il centro della preghiera inizia ad essere il Signore. Carità e Misericordia aumentano. Ci troviamo però ancora nell’ambito della “mente”.

Ascolto

Non siamo ancora giunti alla vetta, ma la qualità è notevolmente cresciuta. Occorre abbassare l’orgoglio e il senso di superiorità ma anche quello di inferiorità. Deve emergere l’umiltà e il cercare in noi la Verità, perché Dio è Verità. Dio ci parla attraverso la mente ma si rivolge anche allo spirito: la Sacra Scrittura, con le sue parole, irrompe nella nostra vita. I pensieri divengono ordinati e cresce il desiderio di restare nella preghiera. Dio legge la nostra vita e ci indica quali sono i nostri veri desideri. Si rafforza la volontà di fare ciò che siamo chiamati a fare. Si avvertono emozioni, forse anche qualche rimorso che ci può far soffrire. È il momento in cui il Signore muove i nostri sentimenti e possiamo formulare propositi concreti. I nostri progetti così formulati ci danno pace e serenità perché sono condivisi col Signore. La memoria allora non ci fa più paura, perché Dio ci fa venire in mente le cose utili del passato e anche gli errori sono visti in chiave di costruzione per il futuro.

Amore

Siamo finalmente in vetta: si raggiunge lo scopo della preghiera. Ogni complicazione viene ridimensionata e si vive in una semplicità e in abbandono assoluti. La comprensione è immediata: non servono più grandi discorsi: ogni cenno è amore, comunione perfetta, complicità totale col Signore. Si vorrebbe restare sempre in questa estasi.

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