«… e il verbo era presso Dio …»
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio (Dalla liturgia).
“Chi credi di essere?” chiedono sprezzanti i Giudei a Gesù. La risposta di Gesù è netta: “prima che Abramo fosse, Io Sono”.
Le pietre cadute dalle mani degli accusatori della donna adultera, disarmati dalla parola di Gesù, ora sono scagliate contro Gesù…
I Giudei dimenticano che essere figli di Abramo non è “possesso” ma dono, toccati dall’iniziativa di Dio che trasforma la vita di un popolo in una promessa, un cammino e non un privilegio…
Gesù riaffermando il suo “io sono” ricorda che a partire da lui il cammino di Abramo riprende e giunge a pienezza: ora ci è aperta la strada per essere figli di Abramo, eredi della promessa.
Quando nella notte di Pasqua rinnoveremo le nostre promesse battesimali in realtà ci viene detto e ricordato che viviamo di una vita che è il compimento di tutte le promesse. È donata in noi una vita di pienezza, di comunione con il Padre.
L’”io sono” di Gesù risuona e si riflette in noi. Abramo ha raggiunto la terra della promessa!